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[GVG 11] Nel rapporto mandato a Gerusalemme Tu sei descritto quale ingannatore, seduttore e sobillatore del popolo con tale violenza di termini come finora, a quanto io sappia, non è stato descritto nessuno. In tale rapporto risulta che la figlia di Giairo non sarebbe stata affatto morta quando Tu fosti chiamato per guarirla e resuscitarla; essa invece avrebbe goduto allora perfetta salute e la si avrebbe indotta a simulare in tale maniera per poterTi mettere alla prova. E quando Tu venisti e le dicesti “Talitha Kumi”, il capo dei farisei avrebbe subito riconosciuto pienamente che Tu eri un ingannatore e che non avevi nessuna idea della vera scienza medica. Infatti se Tu, quale Salvatore, eri in grado di giudicare l’uomo e i suoi mali, avresti dovuto allora osservare di primo acchito che la fanciulla non soltanto non era morta, ma che, al contrario, era sana del tutto!

[GVG 2] Ma chi trovammo ad attenderci al nostro arrivo? Jairuth, il ricco mercante di Sichar che abitava il vecchio castello di Esaù passato in sua proprietà, e Jonaele, il già noto sacerdote anziano della medesima città; entrambi erano stati condotti dall’angelo che si trovava presso Jairuth, poiché essi dovevano parlare con Me di cose molto importanti. E così la sorpresa di incontrarli fu veramente gradevolissima, e la gioia che tutti ne provavamo fu celestialmente pura.

[GVG 1] Dopo di ciò, Io Mi rivolgo ai due amici di Sichar e li invito a renderMi noti i motivi che li hanno indotti a venire in cerca di Me. Jonaele allora apre la sua bocca e dice: «Signore, prima Tu veramente hai già accennato ai giusti motivi; infatti così è! Davvero, è a stento credibile che persone, che videro come tutti noi svolgersi davanti ai propri occhi i grandi segni duraturi della Tua potenza assolutamente divina, possano essere tanto perfide! Essi riconoscono la verità, ma la perseguitano appunto perché essi la devono riconoscere come verità! Essi mi hanno cacciato via, e se qui il fratello Jairuth non mi avesse accolto in casa sua assieme alla mia famiglia, io sarei adesso senza tetto!

[GVG 5] Joram dovette fuggire per qualche tempo da Sichar, e la casa edificata da Giacobbe è nel frattempo chiusa e vuota! E adesso anche Joram si trova con la moglie ospitato in casa del fratello Jairuth, come pure molte altre famiglie rispettabili le quali per causa Tua non furono più tollerate a Sichar!

[GVG 10] Anche l’onesto Jairuth, che con tutta la sua casa Ti è profondamente devoto, adesso viene minacciato ogni giorno, e gli si intima di confessarsi entro breve tempo apertamente arcisamaritano, altrimenti lo si dichiarerà decaduto dai suoi diritti di possesso e tutti i suoi beni gli saranno confiscati!

[GVG 21] Allora si fa perfetto silenzio sulla collina, e quasi tutti cercano di prendere sonno; soltanto Jonaele e Jairuth vegliano assorti in profonda meditazione e continuano nel loro cuore a lodarMi.

[GVG 1] Quando il mattino seguente il sole è già prossimo al sorgere, l’angelo di Jonaele e di Jairuth sveglia tutti coloro che ancora dormono, e Kisjonah, il quale con la sua famiglia si era accampato più vicino a Me, incarica subito la moglie e le sue figliole, come pure le altre persone di servizio, di darsi da fare per preparare una buona colazione!

[GVG 1] È quasi superfluo menzionare che dopo una simile colazione, tutti sono diventati allegri e oltremodo loquaci; il vino aveva sciolto tutte le lingue; perfino Jonaele e Jairuth avevano finito col prendere parte all’allegria generale, ed anzi Mi pregarono che Io concedessi loro di mantenersi in tale gaia disposizione d’animo anche quando sarebbero partiti per Sichar! Ed Io permisi loro di essere altrettanto di lieto umore quando avrebbero dovuto fare ritorno in patria.

[GVG 1] Ora abbandoniamo la collina e ci rechiamo all’ombra degli alberi foltissimi per riposare; là, sotto un albero di fico dai rami molto ampi, c’era una comoda panca fatta di zolle erbose. Io Mi sedetti là, e Mi addormentai, e tutti gli altri, compresa Maria vicino a Me, presero anch’essi posto e furono colti dal sonno; soltanto Jonaele, Jairuth e Matteo sedettero ad un tavolo nel giardino, e Matteo cominciò a mettere in ordine i suoi scritti. Durante questo lavoro l’angelo di Jonaele e di Jairuth lo assistette e lo rese attento a parecchie mancanze.

[GVG 21] Solo Matteo, Jairuth, Jonaele e il loro angelo non si lasciano sviare, e imperturbati conducono a termine il loro lavoro.

[GVG 27] E quando poco dopo cominciò a fare giorno, Matteo mantenne infatti la parola. Qui è da osservarsi che questo Mio insegnamento si mantenne a lungo nella sua integrità, e fu divulgato pure in Samaria per mezzo di Jonaele e di Jairuth; però con l’andare del tempo venne lentamente molto deformato e per conseguenza se ne smarrirono le tracce. Va notato altresì che finché esso fu in voga tra il popolo, veniva chiamato con il nome di “Predica notturna”.

[GVG 1] Soltanto Kisjonah, Baram, Jonaele e Jairuth assieme al servitore Archiele escono all’aperto; Kisjonah approfitta del momento per esaminare se le sue faccende proseguono in regola, e trova i sorveglianti delle barriere e gli altri guardiani tutti allegri i quali annunziano al loro padrone che, a quanto è stato riferito, ancora quella stessa notte vi sarà da fare una retata importante.

[GVG 1] Ma ecco che già si fanno sentire i lamenti e il pianto dei fanciulli che erano stati strappati con la forza dalle braccia dei loro genitori. Subito Kisjonah e Baram, Jonaele e Jairuth, e l’angelo assieme a loro, si affrettano incontro ai fanciulli, mentre il giudice ordina che i dodici vengano rinchiusi in luogo sicuro e ben custodito.

[GVG 1] Il giudice superiore e il suo subalterno, insieme a Kisjonah, Baram, Jonaele, Jairuth ed Archiele vengono ora con Me nella grande sala e consumano con Me e con tutti i Miei, circa mezz’ora dopo il tramonto, un pasto molto ben preparato e abbondante; e il giudice superiore, ancora celibe, che ha osservato con grande compiacimento la figlia maggiore di Kisjonah, Mi dice: «Mio nobilissimo amico, Tu sai quanto Ti amai sempre, nonostante la differenza delle nostre religioni, perché io ho trovato in Te non un ebreo scaltro e parziale, ma un uomo estremamente aperto e liberale, e contemporaneamente un uomo dotato di grandissima e generale cultura, nonché profondissimamente esperto di tutte le scienze.

[GVG 8] Noi dunque entrammo nella sala del tribunale accompagnati da Kisjonah, Baram, Jonaele, Jairuth e dell’angelo Archiele, insieme al giudice di Chis ed a parecchi scrivani.

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