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Il Sole spirituale

Le condizioni eccezionali di un figlio di Dio proveniente dalla Terra

[2.2.14] A questi Miei veri figli è dato da Me di dominare, indagare e giudicare insieme a Me l'Infinità e le infinite Creazioni in essa. Ed i figli delle altre costellazioni stanno al loro servizio, come le varie membra di un corpo sono sempre pronte a servire la volontà nello Spirito. Perciò questi spiriti formano, con uno dei Miei figli nella grande misura dell'attività dell'Amore, come un "uomo" in grandi proporzioni, provvisto di tutte le membra necessarie agli scopi che si prefigge la sua volontà.

[2.2.15] Dunque, un figlio della Terra proveniente da Me è una volontà completa e perfetta di innumerevoli altri spiriti provenienti dalle costellazioni, i quali - in e da per se stessi - hanno, ognuno, la volontà propria, e possono fare quello che vogliono, secondo il loro libero e beato compiacimento. Tuttavia, nei casi che esercitano l'effetto dell'Amore, la volontà dei Miei figli principali entra ed esce in loro, ed essi sono a miliardi come un unico uomo, in cui lo spirito volitivo operante è quello di uno dei Miei figli! Ora, queste cose tu non le puoi comprendere che imperfettamente, ma, per il momento non devi darci importanza, poiché, nell'eterna Città dove dimoro, vi sono molte scuole superiori, nelle quali tu potrai apprendere molte cose nuove.

[2.2.16] Per adesso accontentati di questa Mia risposta d'Amore alla tua domanda, e vieni con Me, insieme alla tua sposa e a tuo fratello, in questa Mia capanna, che abbiamo appena eretto. Tu, qui, mangerai alla Mia mensa per la prima volta nel Mio Regno, e gusterai il pane eternamente vero, e l'acqua più viva; dunque, entrate con Me nella dimora!

[2.2.17] Ed ecco, tutti vi entrano, ed il priore fa tanto d'occhi, scorgendo nella capanna tanta aurea semplicità, nonché tanti comunissimi attrezzi agricoli e suppellettili casalinghi, ed il Signore gli chiede: "Dunque, Mio amato figlio, come ti piace nel suo insieme la Mia dimora?". Il priore risponde: "O Signore e Padre amorosissimo, qui mi piace tutto infinitamente, poiché ha veramente tutto l'aspetto, come se sulla Terra ci si trovasse in una pulita e tranquilla capanna di contadini. Quello, però, che mi sorprende moltissimo, è come mai Tu, o eccellentissimo e santissimo Padre, che possiedi tutte le magnificenze di tutti i Cieli e dei mondi, Ti possa accontentare di una dimora tanto semplice! In verità, ciò Ti rende indicibilmente tanto più meritevole d'Amore e Santo, di quanto lo spirito più perfetto se lo possa immaginare, anche soltanto in minimissima parte".

[2.2.18] Il Signore dice: "Vedi, Mio caro figlio, per Me vale e ben con ragione: «Sapienti pauca suddiciunt»" (al saggio basta poco). Il priore, per il grande Amore, si piega fino a Terra e, nel completo struggimento del suo animo, dice: "O Tu, ottimo e amorosissimo Padre santo, non «sapienti», bensì: «quam maxime aeterne sapientissimo»! Questo non è sicuramente «pauca», o Signore e mio amorosissimo Padre santo, bensì «quam maxime immense multa» (non è poco, bensì infinitamente molto). Infatti, tutte queste poche cose, semplici per se stesse, hanno sicuramente un significato straordinario e meraviglioso, del quale io, per l'eternità, non potrò afferrare che la minima parte!".

[2.2.19] Il Signore dice: "Mio caro figlio, mettiti nuovamente ritto in piedi, e subito dopo il pasto alla Mia mensa, si vedrà già quanto di questa minima parte tu sarai in grado di comprendere. Però, non dare grande importanza al pasto, poiché, qui vedrai che si può applicare letteralmente il vero significato del detto tedesco: «Si fa presto a spazzolare i capelli corti». Qui non si parla neppure delle cosiddette tavole imbandite celesti; ma ci si nutre semplicemente e si vive, per così dire, di pane ed acqua. Però, malgrado questo semplice vitto, tu ti accorgerai ben presto che i Miei figli hanno un bell'aspetto. Siediti dunque a tavola, dato che è ora provvista di pane e di vino, e mangia e bevi come tu vedrai mangiare e bere Me.

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