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Il Sole spirituale

Le condizioni eccezionali di un figlio di Dio proveniente dalla Terra

[2.2.1] Vedete, la nostra somma Guida s'avvia con i tre alla volta dell'altura; la quale, come già accennato prima, è soffusa questa volta, da una gloria più luminosa, e, come potete constatare, l'elevato corteo procede speditamente.

[2.2.2] Ora rivolgete un po' i vostri sguardi alla nostra regione del Mattino, e specialmente sulle colline, ed osservate quale incalcolabile massa di spiriti angelici beati, con delle vesti più splendenti del Sole, fanno con le mani cenni di saluto amichevoli al Signore, per far comprendere ai nuovi arrivati chi è Colui che conduce i tre nella Sua casa! Salmi risuonano da ogni parte, e beati richiami di giubilo affluiscono verso di noi; e tutto ciò per dimostrare, specialmente ai nuovi arrivati, che cosa è il Signore nella Sua casa!

[2.2.3] Voi dite, anzi chiedete: "Tutto ciò ha l'apparenza come se il Signore, per amore di questi tre, avesse abbandonato, per breve tempo, tutto il sommo Cielo, e, ora che sta ritornando a casa, tutte queste celesti schiere di angeli beati se ne rallegrano giubilando oltremodo, per la gran beatitudine di veder ritornare il Signore e Padre santo e amoroso da un tale viaggio di raccolta".

[2.2.4] Ed io vi dico: "In certe occasioni questo ha anche un significato; poiché, quando avvengono tali liberazioni, il Signore si comporta realmente come se Egli partisse dal Mattino, e durante l'assenza Egli non è visibile, nella personale Sua Presenza, in nessun luogo in tutto il Regno Celeste del Mattino, eccezion fatta per il Sole di Grazia costantemente visibile.

[2.2.5] Questo stato in cui, durante una tale assenza, gli spiriti beati non vedono il Signore, viene chiamato il "riposo silenzioso", poiché, in questo stato, tutti i beati si preparano da se stessi ad una maggiore beatitudine, e la grande brama con la quale essi attendono il Signore, è proprio quella che li prepara.

[2.2.6] Questa è la ragione per cui noi vediamo ora la regione del Mattino infinitamente estesa come se si fosse ridestata alla Vita dinanzi ai nostri occhi, poiché, da tutti gli spazi infiniti di questo Cielo, affluiscono gli spiriti angelici per accogliere il Padre in arrivo, con il cuore ardente d'Amore.

[2.2.7] Ora però rivolgiamo il nostro sguardo alla nostra piccola compagnia, piena di meraviglia". Il priore si rivolge al Signore, dicendo: "O Tu, Padre infinitamente santo ed amoroso, per amor della Tua santa Volontà, che cosa è mai ciò? Sono questi, realmente, dei beati spiriti altissimi, oppure si tratta soltanto di una apparizione? Infatti, è quasi incredibile che, dato che sulla Terra la cattiveria è straordinariamente grande, i Tuoi sommi Cieli possano essere tanto popolati. Da uomini pii, ispirati dallo Spirito puro, abbiamo appreso che solamente pochi giungono a questo sommo Cielo; un po' di più nei due Cieli inferiori; molti nel luogo cosiddetto di purificazione, e un numero straordinario, che Dio ce ne scampi, nell'Inferno.

[2.2.8] Visto che la Terra è abitata dal genere umano, da poco più di cinquemila anni fa, la presenza qui di un numero così incalcolabile di spiriti visibili non è comprensibile. Infatti, anche soltanto ad uno sguardo superficiale, ne risultano talmente tanti che, messi l'uno vicino all'altro in un milione d'anni e sostituendoli alternativamente di anno in anno, riempirebbero talmente la Terra che, se fra loro cadesse una mela, non raggiungerebbe di certo il suolo. O Signore e Padre buonissimo e amorosissimo, questo è per me uno spettacolo assolutamente incomprensibile! Ci dovrebbero essere nel Tuo Cielo sommo delle procreazioni perfette, altrimenti non ci capisco proprio nulla".

[2.2.9] Il Signore dice: "Certo, Mio caro figlio, nella Mia casa tu t'imbatterai in parecchie altre apparizioni del genere, che ti sembreranno ancora più incomprensibili di questa; però, esse non sono delle apparizioni, bensì la più completa e la più pura Verità.

[2.2.10] Qui, in generale, non c'è nessuna illusione ottica o gioco di specchi, bensì tutto quello che vedi qui è perfettamente solido e afferrabilmente vero. Nel Regno dell'Amore ogni cosa è completamente priva d'inganno; e, nel suo limite più ristretto possibile, in se stessa unita. Anche questi spiriti sono, perciò, degli esseri altrettanto veri, quanto lo sei tu; e sono tutti, senza eccezione, Miei cari figli.

[2.2.11] Se tu vuoi misurare tutti questi figli soltanto sulla base della Terra, allora avresti certo ragione con il tuo calcolo, poiché i Miei figli della Terra non sono molti, qui; e quelli che vi si trovano, sono esclusivamente abitanti della Mia Città Santa.

[2.2.12] Se tu, però, sulla Terra in una notte serena hai osservato il cielo stellato, avrai constatato l'infinito numero delle costellazioni. Credi che le stelle non siano altro che dei punti luminosi nel cielo incommensurabile? Vedi, queste sono ugualmente innumerevoli mondi, sulle quali vivono degli uomini simili a voi; e dappertutto Mi riconoscono quale il Signore del Cielo e del loro mondo.

[2.2.13] Però i figli della Terra Mi sono più vicini, poiché Io, là, con la Mia Personale Presenza nella carne, ho fatto di loro i Miei primi figli. Essi, perciò, sono qui, dopo di Me, coloro che giudicano le dodici Tribù d'Israele; ciò che in questo sommo, celestialmente ampio e intimissimo significato spirituale vuol dire che:

[2.2.14] A questi Miei veri figli è dato da Me di dominare, indagare e giudicare insieme a Me l'Infinità e le infinite Creazioni in essa. Ed i figli delle altre costellazioni stanno al loro servizio, come le varie membra di un corpo sono sempre pronte a servire la volontà nello Spirito. Perciò questi spiriti formano, con uno dei Miei figli nella grande misura dell'attività dell'Amore, come un "uomo" in grandi proporzioni, provvisto di tutte le membra necessarie agli scopi che si prefigge la sua volontà.

[2.2.15] Dunque, un figlio della Terra proveniente da Me è una volontà completa e perfetta di innumerevoli altri spiriti provenienti dalle costellazioni, i quali - in e da per se stessi - hanno, ognuno, la volontà propria, e possono fare quello che vogliono, secondo il loro libero e beato compiacimento. Tuttavia, nei casi che esercitano l'effetto dell'Amore, la volontà dei Miei figli principali entra ed esce in loro, ed essi sono a miliardi come un unico uomo, in cui lo spirito volitivo operante è quello di uno dei Miei figli! Ora, queste cose tu non le puoi comprendere che imperfettamente, ma, per il momento non devi darci importanza, poiché, nell'eterna Città dove dimoro, vi sono molte scuole superiori, nelle quali tu potrai apprendere molte cose nuove.

[2.2.16] Per adesso accontentati di questa Mia risposta d'Amore alla tua domanda, e vieni con Me, insieme alla tua sposa e a tuo fratello, in questa Mia capanna, che abbiamo appena eretto. Tu, qui, mangerai alla Mia mensa per la prima volta nel Mio Regno, e gusterai il pane eternamente vero, e l'acqua più viva; dunque, entrate con Me nella dimora!

[2.2.17] Ed ecco, tutti vi entrano, ed il priore fa tanto d'occhi, scorgendo nella capanna tanta aurea semplicità, nonché tanti comunissimi attrezzi agricoli e suppellettili casalinghi, ed il Signore gli chiede: "Dunque, Mio amato figlio, come ti piace nel suo insieme la Mia dimora?". Il priore risponde: "O Signore e Padre amorosissimo, qui mi piace tutto infinitamente, poiché ha veramente tutto l'aspetto, come se sulla Terra ci si trovasse in una pulita e tranquilla capanna di contadini. Quello, però, che mi sorprende moltissimo, è come mai Tu, o eccellentissimo e santissimo Padre, che possiedi tutte le magnificenze di tutti i Cieli e dei mondi, Ti possa accontentare di una dimora tanto semplice! In verità, ciò Ti rende indicibilmente tanto più meritevole d'Amore e Santo, di quanto lo spirito più perfetto se lo possa immaginare, anche soltanto in minimissima parte".

[2.2.18] Il Signore dice: "Vedi, Mio caro figlio, per Me vale e ben con ragione: «Sapienti pauca suddiciunt»" (al saggio basta poco). Il priore, per il grande Amore, si piega fino a Terra e, nel completo struggimento del suo animo, dice: "O Tu, ottimo e amorosissimo Padre santo, non «sapienti», bensì: «quam maxime aeterne sapientissimo»! Questo non è sicuramente «pauca», o Signore e mio amorosissimo Padre santo, bensì «quam maxime immense multa» (non è poco, bensì infinitamente molto). Infatti, tutte queste poche cose, semplici per se stesse, hanno sicuramente un significato straordinario e meraviglioso, del quale io, per l'eternità, non potrò afferrare che la minima parte!".

[2.2.19] Il Signore dice: "Mio caro figlio, mettiti nuovamente ritto in piedi, e subito dopo il pasto alla Mia mensa, si vedrà già quanto di questa minima parte tu sarai in grado di comprendere. Però, non dare grande importanza al pasto, poiché, qui vedrai che si può applicare letteralmente il vero significato del detto tedesco: «Si fa presto a spazzolare i capelli corti». Qui non si parla neppure delle cosiddette tavole imbandite celesti; ma ci si nutre semplicemente e si vive, per così dire, di pane ed acqua. Però, malgrado questo semplice vitto, tu ti accorgerai ben presto che i Miei figli hanno un bell'aspetto. Siediti dunque a tavola, dato che è ora provvista di pane e di vino, e mangia e bevi come tu vedrai mangiare e bere Me.

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