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Dall’Inferno al Cielo

[2.200.14] Appena ci raggiungono presso una casa nella quale Pietro ci aveva prima preceduto per guarire gli ammalati, dice l’esattore: “Miei sublimissimi amici, e particolarmente Tu, Sapiente originario di Nazareth! Il vostro discorso mi ha colpito e destato al punto che poi ho cominciato ad accorgermi di altre cose ancora. Nello stesso tempo mi è passata una sensazione così benefica alla presenza vostra che quasi non potevo trattenermi dal seguirvi subito. Io ho lottato per un po’ contro questa sensazione, adducendo a pretesto il mio dovere di pubblico ufficiale. Ma il mio sentimento mi diceva potentemente: ‘Quale imperatore, quale re! Se Iddio ti chiama, l’imperatore e il re cessano di esistere per l’eternità!’. – E a tale voce del mio sentimento ho voltato subito le spalle alla dogana, ho seguito il mio impulso interiorissimo e ora sono qui con voi, cari amici! Permettetemi di poter rimanere con voi, almeno per un po’, finché io possa ottenere, dalla vostra bontà e sapienza, tanta conoscenza e sapere dove sono e che cosa sono effettivamente qui. Questa è realtà o soltanto un sogno eterno? Vivo ancora sulla Terra? Sempre più ne dubito. Se vi è possibile, accendete una piccola luce nella mia zucca!”.

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