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Dall’Inferno al Cielo

I segreti delle tombe e cure nell’aldilà

Il grande punto di raccolta della Grazia Divina

[2.154.1] Il francescano si reca subito all’apertura indicata. Quando la trova ci guarda dentro con attenzione. All’inizio tutto è un profondo buio. Ma dopo un po’ si fa abbastanza chiaro da poter scorgere a malapena ciò che si trova all’interno della cavità e quali apparizioni sono lì osservabili.

[2.154.2] Dopo un po’ di tempo di osservazione comincia a parlare: “O Signore, per volontà del Tuo santissimo Nome, ma che storia è questa? Scorgo la stanza di un sapiente. In un angolo una grande libreria piena di ogni genere di libri impolverati, e nell’altro angolo uno scrittoio con una moltitudine di scritti posti l’uno sopra l’altro. Verso la parete in fondo si trova un grande licenzioso letto, sul quale giace una femmina nuda dall’aspetto molto antiestetico, e precisamente in nessuna posizione morale troppo qualificante. E ora si avvicina anche il sapiente dall’aspetto orrendo al licenzioso letto e dice: ‘Coiba, lascia che godiamo la delizia più grande della vita! La vita, infatti, è solamente vita quando si gozzoviglia nel godimento del sesso!’. Adesso si spoglia anche lui e – o tu bestia principale! No, questa è troppo grossa! Signore, non abbiamo dell’acqua a portata di mano affinché io possa calmare un po’ l’ardore di questo tipo di maiale? Io credevo di trovare qui sotto un cadavere senza vita. No, questo sarebbe davvero un bel cadavere! Un luogo simile è sicuramente un bel museo di porcelli!”.

[2.154.3] Dico Io: “Lascia perdere! Perché lo faresti soltanto arrabbiare e gli faresti più male che bene! Bestie umane simili sono molto irritabili, e non è bene disturbarle nella loro concupiscenza. Quando però avrà finito col suo proposito, la sua natura stessa gli mostrerà quali meriti dolorosi si è guadagnato con questo. Aspetta solo un po’, presto avrà finito il suo atto di piacere e poi ne vedrai subito un altro. Ora fa attenzione!”. – Il francescano a questo punto dice subito: “O tu disperata messa! La sensazione di godimento voluttuoso del sapiente e della sua grassa Coiba ha preso una piega finale molto brutta. Lamenti terribili, spaventose maledizioni per questo atto ora diventano chiaramente percettibili, ed entrambi si contorcono come vermi calpestati, strisciando dolorosamente sul pavimento. Ah, questa è una visione ripugnante! In verità, se i due non fossero porci proprio tanto vergognosi, implorerei a Te, o Signore, pietà per loro. Adesso però proprio non lo faccio! Questa gentaglia deve percepire dal fondamento quale refrigerio infernale è la lussuria!”.

[2.154.4] S’intromette Miklosch: “Amico, lascia guardare un po’ anche me!”. – Risponde il francescano: “Vieni pure qui e guarda!”. – Miklosch guarda attraverso l’apertura e dice: “Ah, per la miseria! Questa è veramente troppo grossa! O Signore, questi due devono sentire un grandissimo dolore. Non sarebbe forse il caso dar loro sollievo?”.

[2.154.5] Rispondo Io: “Lascia pure stare! Se simili libidinosi devono essere migliorati, devono essere afferrati molto seriamente, piccoli pizzicotti, infatti, non hanno nessun effetto su tali anime materiali. Questa specie di esseri umani Io li conosco già da lungo tempo. Ma poiché ammonimenti e pizzicotti più miti non servono a nulla, allora essi vengono ripresi in mano con tutta la Mia completa severità. E soltanto attraverso la pienezza del dolore cominciano ad entrare un poco in sé, diventando così ricettivi per qualcosa di più elevato. Perciò lasciamoli pure godere completamente in pace il doloroso e cocente frutto della loro allegra attività!”.

[2.154.6] Dice Miklosch: “Però Signore, questo è davvero insopportabile da vedere! Gridano terribilmente, e per la disperazione cominciano quasi a sbranarsi. Quali orribili maledizioni scagliano contro l’atto! Ah, questo è veramente terribile! Signore, è dunque così sotto tutti questi innumerevoli monumenti e pietre tombali?”.

[2.154.7] Rispondo Io: “In alcuni e ancora molto peggio, in altri un po’ meglio. Tutti questi, infatti, non hanno avuto da lamentarsi sulla Terra di non aver ricevuto nessuna luce sulla vita spirituale. Ma poiché accolsero la luce non nel loro cuore, ma solo nel loro intelletto dissoluto, restando così nel cuore i vecchi caproni pieni di sozza sensualità ed anche pieni di superbia e collera occulta, allora in questo museo devono dapprima essere nuovamente trasformati. Se non servono tutte le operazioni morbide, allora si deve passare a quelle più aspre, altrimenti sarebbe impossibile salvarli. Ora però lasciamo questa tomba e passiamo ad un’altra!”.

[2.154.8] Dice per una volta il conte Bathianyi: “Signore, Tu migliore dei padri, proprio qui vicino si trova una lapide sepolcrale dorata, e precisamente, se leggo bene, con un’epigrafe molto mistica:

[2.154.9] ‘Dio, beatitudine, libertà! Uomo, cane da guinzaglio, miseria, morte! L’uomo, un animale parassita sull’ampia veste della Santità divina, vorrebbe amare Dio come un pidocchio può amare il corpo dell’uomo. Questo però infastidisce la Divinità, perciò Lei uccide continuamente i parassiti umani. Quale uomo conosce che tipo d’amore hanno i pidocchi per lui? Più pidocchi l’uomo porta sul suo capo, più sarà circondato da amore pidocchioso; però in un simile amore pidocchioso il grande uomo saggio non trova alcun piacere, perciò fa di tutto per liberarsi di questi amori pidocchiosi. E così fa anche la grande Divinità! Lei si adopera continuamente per liberarsi dell’amore pidocchioso dell’uomo. – Però la Divinità non doveva creare pidocchi e dar loro una coscienza, se per Lei è un abominio l’amore di questo parassita! Poiché anche se il pidocchio è infinitamente piccolo rispetto alla Divinità infinitamente grande, ha comunque una sensibilità molto delicata e sente la pressione del rifiuto divino tanto più dolorosamente quanto più è la preponderanza della Potenza divina nei confronti del miserrimo essere di un pidocchio d’uomo volgare. Perciò Tu, grande Divinità, sii misericordiosa verso i tuoi pidocchi e distruggili del tutto per l’eternità’.

[2.154.10] In verità, un’epigrafe stranamente sudicia ed insolita! Vorrei veder più da vicino di che razza è l’inquilino di questa tomba”.

[2.154.11] Rispondo Io: “Mio caro Ludwig, ti posso accordare molto volentieri questo piacere! Va dietro il monumento sepolcrale, là troverai un’apertura rotonda, guarda dentro e sarai subito in chiaro!”. – Il conte Ludwig Bathianyi si reca subito dietro il sepolcro e scopre l’apertura. Si china e guarda dentro con decisione. Dopo breve tempo parla pieno di stupore su ciò che vede: “Oh, ma questo è stupefacente al massimo grado! Un sudicio scimmione della specie più grossa, addobbato completamente con piume di pavone scompigliate, sta andando su e giù per una sala, si mette spesso un dito sul naso e poi sulla fronte molto bassa, stropicciandosela un po’ filosoficamente. E là su un divano sono rannicchiate sei o sette scimmie un po’ più piccole, probabilmente femmine, e si sussurrano reciprocamente qualcosa all’orecchio. Ora però parla il grosso scimmione con voce stridula: ‘Sì, sì, russi e turchi non sono adatti l’uno per l’altro! Il boemo li ha già in scacco. Poi arrivano gli inglesi e i francesi e mostreranno ai russi quanto è lontana l’Europa dalla Siberia! E la cara Austria diventa uno strofinaccio ed alla fine dovrà ballare come lo vogliono gli altri. Ahahahahaha, ora va proprio come ho sempre sperato! O voi poveri tedeschi, voi stupidi slavi, voi asini di italiani e voi buoi ungheresi! Vi sta proprio bene che voi tutti quanti diventate inglesi, francesi e turchi! Voi, infatti, avete operato così e l’avete voluto così! O voi bestie principali! Al parlamento non vi siete messi d’accordo, ma al patibolo della miseria e disperazione generale vi potrete poi riconciliare! Ora vi sta proprio bene, voi bestie di italiani, tedeschi, ungheresi e slavi! Ahahahah! A me non importa più nulla, io, infatti, sono sistemato. Però impazzisco completamente di gioia che adesso succede proprio come me lo sono spesso immaginato sulla Terra!’”.

[2.154.12] Dice ancora il conte: “Ahimè, Signore, Tu Padre buono e santo, ciò che entusiasma questo scimmione, è certo indifferente al mondo! Dicci però se ci può essere qualcosa di vero in questo”. – Dico Io: “Tutto è possibile sulla Terra a seconda che gli uomini camminano ancora da qualche parte con Me oppure si affidano al potere che si sono modellati da soli. Ora però continua ad ascoltare questo scimmione!”.

[2.154.13] Il conte sta nuovamente occhio ed orecchio all’apertura e lo scimmione continua a parlare dopo alcuni schiarimenti di gola: “Dov’è la mia Malla che ancora non arriva? Ah, ecco viene già, certamente con tante novità dal mondo!”. – Malla entra nella sala. – “Ti saluto! Ebbene, che novità porti dal pidocchioso mondo?”.

[2.154.14] Risponde Malla che pure ha un aspetto molto scimmiesco: “Impossibile a dirsi, Mallwit mio, tutto è confuso e nessuno sa più chi è il cuoco e chi il cameriere! I ministri in Austria lavorano su una porta da dove potranno facilmente passare quando avranno rovinata la zuppa con troppo sale. I piccoli si fanno grandi, i grandi si fanno piccoli. È vero, mio caro Mallwit, le cose vanno proprio secondo il tuo desiderio!”. – A questo punto Mallwit se la ride spassosamente.

[2.154.15] Malla continua a parlare: “I ricchi avranno da pagare molte tasse e per questo già adesso imprecano come i carrettieri. Gli ecclesiastici non riescono a maledire abbastanza il governo. I contadini non vogliono saperne di pagare. Gli artisti e professionisti si abbandonano lentamente alla disperazione. L’esercito spera sempre sulle monete d’oro e d’argento; ma non arriva nulla. No, è proprio uno spasso! Il papa soffre sempre del ‘mal francese’ e per questo si è assicurato dei medici da Napoli, Spagna ed Austria; ma è tutto inutile, non riesce a guarire dalla malattia, e questo darà il colpo di grazia al caro papa. Ahahah!”.

[2.154.16] Risponde lo scimmione Mallwit: “Tutto secondo il mio desiderio! Come ho sempre detto sulla Terra, così è adesso! – Però lo scherzo giocato al papa è sul serio non male, e non potrà essere diversamente! Come sarebbe stato facile nell’anno 1848, quando eravamo ancora al mondo, se gli stupidi uomini avessero voluto solo in qualche modo comprendere. Adesso devono pulire gli escrementi. Ma sta perfettamente bene a tutti! – Ora però cerca di darmi qualcosa da mangiare! Ho una fame maledetta e anche le nostre figlie là, sul divano”.

[2.154.17] Dice ancora il conte: “Ora la scimmia Malla esce dalla porta! Sono curioso di vedere il pasto! – Aha, è già di ritorno con un’intera cesta piena. Ma che cibo sia, questo lo può stabilire qualcun altro! Mi pare veramente che si tratti come se fossero parti mezze lessate di corpi femminili ed anche qualche parte di corpi maschili. Lui si precipita sul cesto con fame da lupo ed afferra per se subito i pezzi più grossi. I pezzi piccoli e magri li lascia nel cesto. Malla e le sue figlie però arraffano le parti dall’aspetto maschile! Ah, ma qui c’è proprio da diventare matti! E con quale invidiosa ingordigia viene ingoiato tutto questo! Ora riprende a parlare Mallwit: ‘Grazie a Dio, adesso sarei nuovamente sazio! Queste erano ostriche eccellenti! Anche le lumache marinate devono essere state molto buone, ma il mio stomaco non le digerisce. Ora potete nuovamente andar fuori se volete divertirvi un po’!’.

[2.154.18] Risponde Malla ‘Caro Mallwit! Non è consigliabile ora, poiché fuori si aggirano molti animali selvaggi, come se tutto l’Inferno si fosse scatenato. E se riescono ad afferrare qualcosa, o Dio, abbi pietà! Perciò penso che sia meglio rimanere in casa. Quando l’Inferno va a caccia, allora non è consigliabile andare all’aperto!’. – Dice Mallwit: ‘Ahimè, ahimè! Mondo buono, puoi essere contento quand’è così! Presto avrai di nuovo il tuo viso insanguinato! Però mi accorgo che dal foro di sfiato penetra ancora una corrente d’aria fastidiosa. Va un po’ a vedere che cosa succede!’. – Risponde Malla: ‘Ah, che cosa potrà mai essere? Tira solo un vento un po’ infernale! Dobbiamo semplicemente turare lo sfiato, così non ci sarà più corrente!’. Malla porta da un angolo una quantità di sudici stracci e si sforza di tappare lo sfiato, ma non le riesce”.

[2.154.19] Continua il conte rivolgendosi a Me: “Signore che succederebbe se si parlasse a loro attraverso questo buco?”.

[2.154.20] Rispondo Io: “Non è ancora il momento per molto tempo! Lasciamoli, il timore, a causa della presunta caccia infernale, farà loro molto bene. Non ti devi fare nessun concetto troppo grande della sua apparente virtù a causa dell’invocazione a Dio, nemmeno per la sua apparente sobrietà politica, poiché tutto ciò che dice è il suo desiderio e il suo amore. Dal suo pasto però avresti dovuto capire a sufficienza di che spirito è figlio, lui e la sua famiglia. Dal suo aspetto hai potuto scorgere il molto disumano presente ancora nella sua essenza. Perciò qui per il momento non c’è altro da fare che lasciarlo stare come un frutto acerbo ed attendere che maturi.

[2.154.21] Perciò questo è un museo del tutto speciale, perché qui spiriti completamente rovinati vengono ricondotti, per mezzo di un Atto speciale della Mia Grazia, alla luce ed alla vita come in una serra le pianticelle. Questo luogo di collezione di opere d’arte della Mia Grazia e Misericordia particolare ha i sui custodi e guardiani, i quali, come veri giardinieri, sono provvisti nel modo migliore di tutta la sapienza necessaria, e puoi essere certo che tutto ciò che è affidato alle loro cure, viene portato alla sicura maturazione.

[2.154.22] E ora lasciamo questo posto e rechiamoci là, dove presso un monumento grande e molto artistico vedrai raccolti quasi tutti i nostri ospiti. Lì tu e tutti i Miei nuovi amici arrivati di recente vedrete ancor più chiaramente perché questo luogo, che veramente si trova ancor sempre sotto il tetto della casa di Robert, si chiami il museo di questa casa.

[2.154.23] Una volta Io dissi ai Miei fratelli sulla Terra: ‘Avrei ancora molte cose da dirvi, solo che adesso non le potete sopportare. Ma quando lo Spirito della verità verrà da voi, v’introdurrà in tutti i segreti della Sapienza di Dio e che sono nascosti agli occhi del mondo!’. Così è anche qui ora. Non posso mostrarvi e spiegarvi tutto in una volta. Ma in base alle circostanze lo spirito dell’eterna verità si sveglierà da se stesso in voi. Questo vi renderà poi chiaro tutto ciò che adesso vi è ancora oscuro ed inspiegabile. Andiamo ora velocemente dove sono tutti radunati, là vi verrà accesa una potente luce! Poiché dove c’è una carogna, là si radunano le aquile possenti!”.

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