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Lettera di Paolo Apostolo alla Comunità di Laodicea

[2.7] Ma giacché noi abbiamo tale Evangelo da Lui Stesso, Unico Signore di tutte le magnificenze, quanto mai stolti dovremmo essere, se ci facessimo porre di nostra propria volontà l'antico e duro giogo al collo?

[2.8] Qual significato dovrebbe più avere ormai quell'ombra, che in Mosè fu, è vero, di profetico annuncio per quanto poi accadde dinanzi agli occhi nostri, per noi, che con Cristo ed in Cristo siamo divenuti un corpo solo?

[2.9] Io, però, vi esorto, e vi scongiuro persino: non lasciatevi prefiggere la meta da chiunque, che, in seguito ad arbitraria elezione, avanzi impettito in tutta apparente umiltà e pieno della spiritualità degli angeli del Cielo, delle quali cose egli però non ha mai visto né udito nulla, ma che perciò sia tronfio della sua causa meramente nel senso suo carnale,

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