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Lettera di Paolo Apostolo alla Comunità di Laodicea

[2.26] Non sarebbe ben più saggia cosa digiunare nel cuore, anziché nello stomaco? Come mai potete voi essere tanto stolti da farvi dare ad intendere che al Signore riesce cosa più gradita se taluno mangia un pesce condito con l'olio, anziché dell'altra carne d'animali di sangue caldo, condita col suo proprio grasso invece che con l'olio?

[2.27] Io però vi dico: "Mangiate nella giusta misura, in ogni tempo, ciò che vi piace e ciò che conviene alla salute del vostro corpo, e bevete vino annacquato, come io stesso faccio purché ne possa avere, e non fatevi scrupolo di ciò, così agirete bene anche in questo riguardo!

[2.28] Perché il Signore non si compiace del digiuno dello stomaco, bensì di quello del cuore; nel cuore dunque digiunate giorno e notte, e in tal modo digiunerete in spirito ed in verità!

[2.29] Se digiunaste secondo le ipocrite dottrine di chi dinanzi a voi si comporta come se stesse con un solo piede ancora in terra, e con tutto il resto del corpo già nel Cielo, allora voi digiunereste alla foggia dei pagani, i quali nei loro giorni di digiuno mangiano le squisite leccornie, e ne divengono poi più bramosi che nei giorni comuni, quando prendono il solito cibo.

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