Lettera di Paolo Apostolo alla Comunità di Laodicea |
[1.9] in Cui poi stanno racchiusi tutti i tesori della Sapienza e della vivificante conoscenza nello Spirito. [1.10] Io però vi ammonisco, affinché nessuno vi seduca con ragionati e fioriti discorsi e con la filosofia dei pagani. [1.11] Poiché la ragione è propria anche agli animali, come la filosofia ai pagani, i quali sacrificano agli idoli morti! [1.12] Voi, però, per la morte di quell'Uno, siete acquistati alla vita eterna in Dio Padre; come potete voi dunque consacrare nuovamente il vostro cuore, che è or divenuto un abitacolo dello Spirito Santo, allo spirito dei morti? [1.13] Benché io non mi trovi presso di voi nella mia carne, vi sono tuttavia sempre vicino in spirito per la potenza di Cristo che è in me, e vedo la vostra fede e le vostre opere; [1.14] e perciò voglio esortarvi seriamente e dimostrarvi come parecchi di voi, amati fratelli, siano caduti in una grande stoltezza, perché io conosco i loro fallaci motivi e so cosa essi vogliono. [1.15] E così sia, che voi teniate Gesù tale quale da me Lo riceveste e Lo accettaste, e così dovete procedere a norma dell'Evangelo, che fedelmente vi predicai, [1.16] ed in Esso dovete mettere salde radici ed essere fermi nella fede, nello stesso modo come insegnai a voi tutti nello Spirito del nostro Signor Gesù Cristo, del Figliolo di Dio vivente, il Quale dall'eternità regna alla destra del Padre. [1.17] Ma, come voi volete ora divenire, e come volete operare, vi dimostrate essere avversari di Cristo e della Sua Parola! [1.18] Cosa volete dunque? Tendereste forse a ridivenir schiavi e servitori oppressi della Legge, del peccato e della morte; cose queste dalle quali tutti noi fummo liberati per mezzo di Gesù Cristo? [1.19] Ascoltatemi! Io vi dico: "Guardatevi bene dal lasciarvi sedurre e spogliare dalla vostra sapienza mondana, e dalla più che vuota dottrina di coloro fra voi, che temono più i Romani e i ciechi Ebrei che non il Signore delle magnificenze, il Quale ci ha redenti ed ha creato noi, il cielo, la terra e tutte le cose". [1.20] Ora, mentre io mi trovavo fra voi, venne chiesto, dai vostri dotti del mondo, quale differenza vi fosse tra Dio e Cristo Suo Figliolo. Io presi la parola e dissi loro: [1.21] "Udite o fratelli! Uno è Dio ed Uno è Cristo! Poiché vi è che Un solo Dio, così anche vi è Un solo Cristo! Qual differenza può dunque esistere fra Dio e Cristo? Dio è l'Amore e Cristo è la Sapienza in Dio, ossia la Luce, la Verità, la Via e l'eterna Vita! [1.22] In Cristo risiede la pienezza assoluta della Divinità fatta persona, e noi siamo perfetti in Lui; perché Egli è il fondamento e la sommità di ogni magnificenza, di ogni potenza e forza, di tutte le dominazioni del mondo, ed è il Principe di tutti i principati della Terra!". [1.23] Se io, Paolo, vi ho dette dunque tali cose in spirito e in tutta verità, come mai vi lasciate stordire ora da dottrine umane e da mondani precetti? [1.24] Voi siete stati circoncisi in grazia dello Spirito Santo, senza opera di mano e di coltello, poiché avete abbandonato la vostra vita peccaminosa, la quale era una profonda radice nella carne del vostro corpo, e questa fu una vera, vivificante circoncisione in Cristo! [1.25] Poiché voi foste sepolti per il mondo con Cristo, nella vostra carne peccaminosa, mediante il battesimo dello Spirito Santo, e siete poi risorti nuovamente in grazia a Cristo, per mezzo della fede viva e dell'amore in Lui! [1.26] Cosa volete voi ora nuovamente con l'antica circoncisione, che è cessata; cosa con le cerimonie che oramai non hanno più alcun valore, perché Cristo era già fra noi ed è risorto, e noi in Lui; cosa intendete voi fare del sabato, se Cristo ha operato ogni giorno, e ancor opera, ed ha fatto con ciò di ogni giorno un giorno del Signore e non ha solennizzato il sabato? [1.27] Io però vi conosco, e perciò vi dico: "Cristo, come Egli è, vuol esser povero nel mondo, ma voi volete dell'oro! Questo è il motivo per il quale voi volete aver un tempio, un giorno festivo e degli abiti ornati!". [1.28] Voi dite che Iddio, per mezzo di Cristo Suo Figliolo, non ha revocato in alcun punto i precetti di Mosè, anzi li ha confermati meglio nell'ultima cena; dunque dovrebbe sussistere anche una cerimonia di sacrificio. [1.29] Ma io, Paolo, vero Apostolo del Signore, eletto da Dio, sono pure colmo dello Spirito di Dio; come avviene, dunque, che lo Spirito di Dio non mi abbia mai palesato ciò, malgrado io, prima della mia vocazione, fossi stato ben più appassionato servo e schiavo del tempio, di quanto lo siate mai stati voi? [1.30] Ma io voglio ora narrarvi: "Non appena lo Spirito di Dio mi ebbe destato, allorché io mi recavo a Damasco a perseguitare quella giovane Comunità di Cristo, io vidi anzitutto, già nella mia cecità, che il Signore vuol essere onorato ed adorato in spirito e verità, e mai in eterno in alcuna cerimonia! [1.31] Poiché Dio non ha mai reso cieco alcuno prima di chiamarlo al Suo servizio; io, però, dovetti dapprima diventar cieco al fine di perdere tutto ciò che è del mondo, per poi divenire soltanto uno dei Suoi più umili servi!". [1.32] Ma perché dovetti prima divenir cieco? Perché l'intero mio essere, trovandosi sepolto nella materia del servizio del tempio, ne venisse con ciò mondato! [1.33] Se dunque il Signore mi chiamò senza cerimonie, così nella mia cecità, come mai avrei potuto far della Cena una cerimonia? [1.34] Oppure non è dunque così come me Lo insegna in ogni tempo lo Spirito di Dio? Chi ha la luce degli occhi, osserva le cerimonie del mondo e ne trae compiacimento; [1.35] ma per il cieco il mondo intero con le sue cerimonie non esiste più, come pure l'antico servizio del tempio e tutti gli abiti ornati! [1.36] Resta quindi verità eterna che il Signore non mi ha chiamato per stabilire nuove cerimonie, bensì per raddrizzare i cuori, intorno ai quali Satana già da migliaia d'anni ha forgiato il ferro delle sue dure catene, [1.37] e per predicare ad ognuno la libertà dello spirito, la pace dell'anima, e per spezzare con ciò in Cristo il Signore gli antichi duri lacci della morte. [1.38] A che giova però a me ed a voi la mia dottrina, a che l'Evangelo di Dio, se voi liberi volete far ritorno alla morte antica? [1.39] Io però vi esorto per amor della vostra vita eterna: abbandonate tutto quello che l'antica schiavitù di Babele lasciò in duro retaggio agli Ebrei tutti! [1.40] Vedete, il Signore ha distrutto Babele, la grande meretrice del mondo, perché essa diede la morte a molti popoli! Ma cosa guadagnerete voi, se vorrete convertire Laodicea in una nuova Babele? Tralasciate, dunque, di far ciò che potrebbe di nuovo ricondurre l'abominio della desolazione profetizzata da Daniele allorché si trovava nel Luogo santo! [1.41] Cristo, però, vi ha dato la vita quando giacevate morti nei vostri peccati e nel prepuzio della vostra carne ed ha perdonato tutti i peccati che voi avete commesso in ogni momento nel tempio. [1.42] Egli distrusse il manoscritto di sangue che stava contro noi tutti - il quale è sorto dalle dottrine del mondo, e i nostri nomi erano con questo scritto registrati nel Libro del mondo, nel libro del Giudizio, e nel libro della morte, - affiggendolo alla Croce! [1.43] Perché volete voi dunque strappar nuovamente questo scritto a caratteri di sangue, distrutto da Dio Stesso, e che fu affisso alla croce del Giudizio, dell'ignominia, della maledizione e della morte, e perché volete scambiare i vostri nuovi nomi in Cristo con i vecchi, che erano stati scritti col sangue nel libro del Giudizio? [1.44] O voi ciechi e colmi di ogni stoltezza! Voi, in Cristo, siete divenuti liberi, e volete or nuovamente rendervi schiavi e servi del peccato, del Giudizio e della morte! Non avete voi dunque udito che maledetto è colui che vien crocifisso? [1.45] Ma Cristo ha preso su di sé la vostra vergogna, la vostra ignominia, il vostro peccato, la vostra condanna e la vostra morte, e si lasciò inchiodare per voi sulla croce come un maledetto, al fine di ottenere per voi tutti la piena libertà innanzi a Dio; ed, affinché voi poteste seguire il sentiero dell'onore, Egli ha preso con Sé sulla croce tutta la vostra vergogna ed ignominia! [1.46] Chi mai vi ha tratti in inganno, voi che siete risuscitati in Cristo, che volete or nuovamente darvi alla morte? [1.47] A che cosa devo io mai paragonarvi, che possa colpirvi, come una freccia ben lanciata che colpisce il bersaglio? Sì, voi rassomigliate ad una meretrice dalla carne ardente, che abita in una città e che tuttavia sia figlia di onesta famiglia! [1.48] Ascoltatemi e scolpitevelo ben in mente! A che serve alla meretrice la sua buona discendenza, se la sua carne è tuttavia più libidinosa del grasso di un ben nutrito capro espiatorio? [1.49] Non correrà essa da un punto all'altro della sua stanza nell'ardor della sua carne, e non si sporgerà essa sino alla cintola, ora da una ed ora dall'altra finestra, lanciando sguardi da tutte le parti, se mai scorgesse colui che fosse atto a calmare le lussuriose ed ardenti brame della sua carne? [1.50] E una volta scorto, essa gli dimostrerà col ardor degli occhi il suo desiderio, ed essa peccherà nella sua concupiscenza con lui dieci volte più di una meretrice volgare col suo amante sul letto della vergogna. [1.51] Vedete, o voi di Laodicea, questa è la vostra immagine! Ma sapete voi, ciò che farà colui che avesse voluto onestamente aspirare a divenire lo sposo di una tale donna, dopo che egli, passando davanti alla sua casa, avrà scoperto la sua vergognosa libidine? [1.52] Egli la scaccerà subito dal suo cuore e dalle sue labbra, e non la guarderà mai più in avvenire, neanche se essa dovesse cadere nella più grande miseria! [1.53] Altrettanto farà il Signore con voi; poiché Egli vi ha eretto un nuovo tempio vivo nel vostro cuore, dove dovrete attenderLo; voi però disprezzate il tempio, questo sacro ambiente, e correte puramente per mondana libidine alle finestre della condanna, e volete fornicare col mondo, per amore dell'oro, dell'alta considerazione e dell'avidità di dominio; cose queste tutte cui avidamente aspirate! [1.54] Io però vi dico: "Il Signore si ritrarrà, e vi abbandonerà interamente alla vostra lussuria, all'antico giudizio ed all'antica morte, se voi subito non vi convertite e non rinunciate interamente al clero da voi stessi eletto, al vostro tempio, ai vostri giorni festivi ed ai vostri abiti ornati; poiché tutto ciò è in abominio presso Dio, come in abominio presso Lui è la femmina ardente di lussuria, che nel suo cuore è peggiore di dieci meretrici di Babele". |
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