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Il Governo della famiglia di Dio

Il Signore non può farsi vedere senza preparazione, per evitare un giudizio

Vani tentativi di Lamec per risollevare il popolo prostrato a terra

L’afflizione di Lamec nella sua solitudine 16 giugno 1843

[3.58.1] Quando però Lamec ebbe così pienamente riconosciuto il Signore nell’Uomo sapiente, egli avrebbe voluto proclamare ciò a voce altissima dinanzi a tutto il popolo, ed annunciargli la presenza santissima del Signore del Cielo e della Terra.

[3.58.2] Ma il Signore gli disse: «Lamec, non fare quello che vorresti fare, bensì pensa in te: “Se ciò fosse ora buono ed opportuno, allora il Signore stesso non mancherebbe certo di farlo!”

[3.58.3] Tale rivelazione costerebbe la vita al popolo già comunque molto eccitato, e questo non si potrebbe evitare, dato l’attuale ordine delle cose.

[3.58.4] Perciò noi vogliamo riservarci un simile lavoro per ora inutile, per tempi più favorevoli; con il tempo, quando Mi allontanerò, allora Mi potrai certo annunciare al popolo riferendoti a questa Mia attuale presenza.

[3.58.5] Per ora Io rimango tra di voi ancora per un breve tempo quale un Uomo sapiente, in modo che nessuno abbia in Me un micidiale giudizio nel suo libero animo.

[3.58.6] Tuttavia, quello che tu ora puoi fare, consiste nell’andar fuori e dire al popolo di rialzarsi, in modo che non giaccia ancora più a lungo con la faccia a terra e, nella sua ancora forte cecità, non adori questo apparente cuore raggiante come se fosse una corrispondente rappresentazione per immagini del Dio altissimo e sapientissimo.

[3.58.7] Spiegagli questa immagine secondo la verità che ti è stata rivelata, e il popolo ti comprenderà e, in stato di piena calma, renderà nel suo cuore una giusta lode a Me, Dio, il Signore!

[3.58.8] Vedi, questo è un giusto incarico. Va e fa così, e poi rientra, e a lavoro compiuto sarà ben riposare. Amen!»

[3.58.9] E allora Lamec uscì fuori per fare come il Signore gli aveva consigliato. Ma quando ebbe cominciato, secondo la sua maniera, a spiegare al popolo il motivo per cui si doveva alzare da terra, ecco che nessuno volle muoversi, e ciascuno rimase come se fosse piantato al suolo, e cioè come prima, quando da nessuna parte era ancora venuto un invito a rialzarsi.

[3.58.10] E Lamec, di fronte a questo fenomeno, fu colto da timore e tra sé fece le seguenti considerazioni: ‘Che cosa devo fare adesso per non ritornare nel tempio al cospetto del Signore senza aver ottenuto nulla e per non essere troppo svergognato? Ebbene, voglio prendere sottobraccio ciascuno di loro e lo risolleverò dinanzi al Signore e poi gli dirò quello che devo dirgli!’

[3.58.11] Così aveva pensato e così anche fece! Ma purtroppo senza alcun risultato, poiché quanti egli ne risollevava, altrettanti ricadevano subito, come immersi in un sonno profondo, nella posizione precedente, cioè prostrati sul terreno.

[3.58.12] Questo secondo fenomeno accrebbe a dismisura l’imbarazzo di Lamec; e allora egli pensò: ‘Voglio ancora provare ciò con i miei [familiari]; questi di certo daranno ascolto alle mie parole, sempre che siano ancora in vita!’

[3.58.13] E così fece; ma anche allora la sua fatica fu vana. A questo punto, dunque, non gli rimaneva altro che fare ritorno al Signore e ad Enoch nel tempio, senza aver concluso nulla. Ma quale non fu il suo stupore, quando, ritornando nel tempio, non vi trovò più, né Enoch né il Signore!

[3.58.14] Questo fu veramente un po’ troppo per il nostro Lamec, e all’inizio non mancò molto che si abbandonasse alla disperazione. Ma dopo qualche tempo fece la seguente riflessione: ‘Tale sarà certamente la Volontà del Signore, e dunque, sia così come Egli vuole!

[3.58.15] Non è colpa mia se sono ritornato a mani vuote, poiché quello che ho fatto, l’ho fatto meglio che mi era possibile. Certamente il Signore sa che io non posso operare miracoli.

[3.58.16] Tuttavia voglio fare qualcosa, e così andrò almeno a cercare i due ancora là tra il popolo dormiente! Se io li trovo, loderò e glorificherò Dio d’ora innanzi per sempre, ma se non li trovo più, allora sacrificherò tutto al Signore e mi metterò anch’io a riposare in qualche modo!’

[3.58.17] E detto questo, ritornò fuori in cerca dei due, ma anche questa volta invano, perché essi non si trovavano tra il popolo.

[3.58.18] A questo punto Lamec si sentì sul serio oppresso dall’angoscia, ed anzi lo fu tanto, da scoppiare in lacrime. Poi, tutto afflitto, rientrò nel tempio, si sdraiò accanto all’altare e provò ad addormentarsi, ma non ci riuscì a causa della sua grande angoscia e tristezza.

[3.58.19] E così trascorsero sette lunghe ore; ma nessuno accennava a volersi destare, e né Enoch, né il Signore comparvero da nessuna parte.

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