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Il Governo della famiglia di Dio

[1.0.4] Chi leggerà quest'Opera e la considererà sì un'ispirazione spirituale, ma non gli sarà chiaro se essa venga da uno spirito di specie superiore o inferiore, costui è ancora molto cieco, e la coltre dell’incomprensione mondana vela ancora molto la vista del suo cuore.

[1.0.5] Invece a colui che crede in Me con fede viva, non sarà sconosciuto il Mio Vigore, la Mia Bontà e la Mia pienissima Sapienza, ed egli scorgerà, e deve scorgerlo, che Io ben possiedo Forza e Sapienza in eterna sovrabbondanza, e là dove Io coltivo un campo, saprò sicuramente scacciare dal campo il nemico per l'eternità; poiché Io e Satana non abbiamo ancora mai condotto l'aratro nello stesso solco! Nell'intelligenza egoista del mondo, purtroppo, sì [che le Mie caratteristiche sono sconosciute]. Il mondo, essendo esso stesso tenebroso, ovunque non vede altro che tenebra; ma agli occhi di coloro che sono istruiti ed attirati dal Padre, tutto appare completamente diverso, poiché per chi è veramente puro ed illuminato, tutto è puro e ben illuminato.

[1.0.6] A coloro invece, che dicono che a quest'Opera, per essere considerata come data dall'Alto, manca di semplicità, tranquillità e ampiezza di vedute, e quella certa profondità nella visione globale del mondo, sia detto molto brevemente soltanto questo: “Che essi si esaminino prima scrupolosamente nel loro cuore, se forse proprio a loro non manchi quello che non trovano nella Parola”. – Del resto, hanno dato qui un giudizio, in modo da aver pur detto anch'essi qualcosa su quest'Opera in qualità di colti europei, senza essersi addentrati nella piena profondità dell'Opera; per un tale approfondimento, infatti, di certo occorre chiaramente di più che leggere a mala pena un'unica volta, e superficialmente, una parte di quest'Opera.

[1.0.7] Che cosa intendono dunque tali lettori per ‘semplicità’? Io ritengo che una Scrittura, che nonostante la più che necessaria e misteriosa pienezza e profondità di ciò che dà - per la limitata visione umana - è scritta in modo che perfino i fanciulli la possano capire molto bene, purché siano capaci di leggere un po' e purché il loro pensiero possa un po' innalzarsi al di sopra dell'ABC e dell'uno per uno, una tale Scrittura a buon diritto non può dirsi mancante della richiesta semplicità. Tuttavia, ciò che determina la semplicità di una Scrittura, non saranno mai in eterno le immagini e il linguaggio, ma solo ed esclusivamente il facile discernimento di un cuore, per quanto semplice, e il trovarsi a proprio agio in una tale Scrittura. Tutto il resto invece – come un linguaggio antico, goffo e le relative allegorie vecchie di parecchie migliaia di anni – è altrettanto poco semplicità, quanto lo è l'intelligenza mondana dei sapienti del mondo. Riguardo invece a quanto viene qui osservato circa le necessarie tranquillità e ampiezza di vedute, e la richiesta profondità nella visione globale del mondo, tutto ciò è tanto più presente in quest'Opera, quanto più la cavillosa intelligenza del mondo ne vaneggia la mancanza, poiché, ciò che dà tranquillità al cuore, deve pur avere in sé abbondanza di tranquillità. Ma all'intelligenza, ovviamente, non può dare alcuna tranquillità, poiché essa non è atta ad assimilare la tranquillità, e perciò in una Scrittura può trovare tanto poco una qualsiasi tranquillità, quanto la può trovare un qualsiasi fiume prima che abbia raggiunto il più profondo del mare. Se l'intelligenza dei sapienti del mondo potesse però umiliarsi, e dalla sua presunta altezza discendere nella cameretta vitale e piena di semplicità del cuore, allora da questa tranquillità troverebbe già anche nella presente Opera la tranquillità che va cercando, e una pienissima ampiezza di vedute proprio in questa tranquillità. Tuttavia, fino a quando l'intelligenza, simile a una banderuola segna-vento in cima alla torre della sapienza terrena, viene girata di qua e di là ininterrottamente in tutte le direzioni, da ogni e qualsiasi vento del dubbio, essa verosimilmente non potrà trovare da nessuna parte la sua tranquillità che essa stessa non ha, e così neanche la consueta ampiezza di vedute che gode sulla sua ventosa altezza.

[1.0.8] Se però qualcuno in quest'Opera non trova quella certa profondità della visione globale del mondo, a lui sia detto, anzitutto, che il Donatore di questa Scrittura, con la presente Scrittura non si proponeva affatto di sviluppare in quelli che la leggeranno per ciò che effettivamente è, nella vera tranquillità e nella semplicità del loro cuore una tale visione globale del mondo, che purtroppo ormai tra gli uomini è troppo diffusa, ma soltanto di destare un sentimento di devozione e di gratitudine, e da questo sentimento, di risvegliare e vivificare in modo duraturo una fede viva e il giusto amore a Dio e al prossimo.

[1.0.9] Nondimeno, in secondo luogo, coloro che leggono questa Scrittura nel giusto senso, raggiungeranno tuttavia con sufficiente profondità una migliore visione del mondo senza l’intervento degli eruditi, i quali per la via dei loro vani esami intellettivi non approderanno mai eternamente a quella vera profondità della visione globale del mondo e dei mondi, come è distinguibile per i retti lettori solo e unicamente nella presente Opera - per non parlare affatto di altre e successive Opere nelle quali, per così dire, il Sole e, con esso, materialmente e spiritualmente, tutti i sistemi planetari, solari e i sistemi dei Soli centrali, saranno sviluppati e rivelati in modo sufficientemente comprensibile ed esauriente.

[1.0.10] Se dunque in un'Opera viene rappresentato con sufficiente chiarezza, dal primo inizio di tutte le cose create – dunque per una sequenza di tempi e di avvenimenti che dura già da quasi un'eternità – lo sviluppo di tali cose, tanto materiale quanto, in modo particolare, spirituale, e tuttavia qualcuno trova troppo poca profondità in quella che sarebbe una insufficiente visione del mondo – in verità anche in tutti i Cieli ci sarà difficilmente ancora un collirio tramite il quale tali indagatori potrebbero eliminare la loro deplorevolissima miopia.

[1.0.11] Invece, i retti lettori di quest'Opera possono dire questo con pieno diritto: "Noi, semplici e di debole intelligenza, amanti di Dio, che davvero all'infuori dell'Università di Dio nei nostri cuori non ne abbiamo mai frequentata altra, né a Parigi, né a Jena né a Goettingen, noi non vogliamo tuttavia far cambio con tutta la vostra celeberrima sapienza mondana, poiché il nostro fervoroso guardare nelle profondità delle grandi creazioni del nostro santo Padre, lo preferiamo al vostro millenario indagare ad occhi bendati. Quale distanza raggiungono i vostri binocoli e le vostre linee matematiche lo possiamo vedere dal vostro calendario, e le vostre vie non ci sono sconosciute; ma quale distanza raggiunge la chiara vista del nostro cuore che riposa in Dio, ebbene, per misurare questa, i vostri ‘tubi’ e le vostre ‘linee matematiche’ potrebbero diventare considerevolmente troppo corti ed essere troppo poco matematici!".

[1.0.12] Chi dunque vuol leggere quest'Opera con vero profitto per la propria anima, la legga con tutta la semplicità del proprio cuore abbandonato in Dio, e non si comporti come un censore alla maniera umana del mondo, ma sia sempre solo un premuroso padrone di casa del proprio cuore, così egli troverà nella presente Opera, in gran quantità, ciò che alcuni pochi lettori altamente eruditi non hanno purtroppo trovato.

[1.0.13] E adesso, ogni benedizione e ogni grazia ai retti lettori che sono di cuore puro e di buona volontà! – Amen!»

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